Fatturazione elettronica, la proroga è (quasi) fatta. Si va verso il 2019

Posted By Antonio Alivesi on Giu 17, 2018 | 0 comments


I benzinai sono ancora sul piede di guerra ma, forse, lo sciopero programmato per il 26 giugno non si farà. Il governo – con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio – ha infatti già recepito lo scontento e si è messo al lavoro per rinviare l’entrata in vigore della e-fattura al primo gennaio 2019.
 
L’obbligo dell’emissione della e-fattura, infatti, è stata anticipato al primo luglio 2018 per la vendita di benzina o gasolio ai lavoratori autonomi e per i subappalti.
 
Per intenderci, chi ha partita Iva dovrà lasciare a casa la vecchia scheda carburante e passare alla fattura elettronica per scaricare dalle tasse la spesa del pieno. Il pagamento al benzinaio verrà tracciato, quindi ci si dovrà attrezzare con un terminale Pos. Una richiesta che ai benzinai non va giù.
 
Le ragioni principali sono almeno due: sui benzinai verrà scaricata la responsabilità di fare da cavia e poi, a meno di tre settimane dalla fase sperimentale, i gestori dei distributori dicono di «non essere ancora stati dotati dei supporti tecnologici adeguati».
 
La stessa Confartigianato Imprese, per evitare agli imprenditori l’ennesimo, costoso adempimento, si è mossa su fronti:
 
✔️Primo: è necessaria una proroga immediata della scadenza del primo luglio. Si potrebbe ipotizzare anche un avvio senza sanzioni: chi vorrà sperimentare la fatturazione elettronica potrà iniziare a farlo e chi invece non sarà ancora pronto potrà continuare ad emettere fatture cartacee,
✔️Secondo: sono state avanzate, da parte di Confartigianato, oltre 30 richieste di intervento e di modifiche per rendere la fatturazione digitale più semplice, meno invasiva, e per mettere al centro il ruolo degli intermediari soprattutto per le piccole imprese che non dispongono di un ufficio amministrativo e che si avvalgono totalmente dei servizi delle Associazioni di categoria,
✔️Terzo: ridurre al minimo gli oneri burocratici di un adempimento che tocca 5 milioni di partite Iva.
 
Ricordiamo che la e-fattura prevede «l’emissione, trasmissione e conservazione delle fatture» in formato digitale per poter gradualmente «abbandonare per sempre il supporto cartaceo e tutti i relativi costi di stampa spedizione e conservazione» e contrastare l’evasione fiscale.
 
L’obbligo di emettere fatture elettroniche nei confronti delle pubbliche amministrazioni c’è già dal 2014; la legge di bilancio di quest’anno l’ha esteso alle operazioni tra privati, imprese e consumatori finali, a partire dal primo gennaio 2019.