Il Recovery Plan non punta sui giovani, eppure saranno loro a produrre la nuova ricchezza

Posted By Daniela Montalbano on Feb 7, 2021 | 0 comments


L’EFFICACIA DEL RECOVERY PLAN DIPENDERA’ DALLE RISORSE AI GIOVANI
«Ai giovani serve un Paese che funzioni attorno a loro, non sussidi». Lo scrive il Sole 24 Ore, che aggiunge: «Non sono le risorse in sé, quelle del Next Generation Eu, che fanno la differenza, ma l’opportunità che offrono di reimpostare la strategia di sviluppo» ad un’Italia che deve allineare al rialzo le sue capacità di crescita al meglio di quanto le nuove generazioni possono dare». I giovani in transizione verso la vita attiva e produttiva saranno quelli sui quali puntare per «produrre ricchezza nei prossimi anni, rendere sostenibile il debito pubblico, continuare a finanziare il sistema di welfare di una popolazione che invecchia e, infine, alimentare i processi innovativi alla base della transizione digitale e verde».

NESSUNA MORATORIA PER LE IMPRESE IN CRISI
Lo si legge sul Sole 24 Ore: «Le imprese sane, dal marzo 2020, hanno goduto e godranno di una moratoria complessiva di 15 mesi. L’adesione alla moratoria è possibile anche per le imprese che non vi abbiano fatto ricorso originariamente». Le imprese in crisi, invece, sono rimaste al di fuori di qualunque intervento e «pare molto probabile che, senza un nuovo intervento del governo che riallinei i termini di adempimento per le imprese in crisi con quelli delle imprese sane, i debitori debbano rinegoziare con i propri creditori, ricorrendo ad accordi di ristrutturazione dei debiti con i creditori originari e con i nuovi creditori nel frattempo sorti». Attività molto costosa che potrà avere conseguenze anche sulla continuità aziendale.

LA NUOVA POTENZA MONDIALE SONO I GIGANTI DELL’HI-TECH
«La pandemia trasforma Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon e Facebook nella terza potenza mondiale dopo Usa e Cina: la corsa dei titoli delle cinque star di Wall Street ha spinto il loro valore in Borsa a 7,8 trilioni di dollari, quasi il doppio del Pil del Giappone e cinque volte quello italiano», scrive la Repubblica. I profitti complessivi del “quintetto” nell’ultimo trimestre 2020, quando in media hanno guadagnato 834 milioni al giorno, sono decollati del 43% (2,8 miliardi di incassi ogni 24 ore). La Ue ha allo studio due provvedimenti legislativi, il Digital market act e il Digital service act, destinati a ridisegnare le regole delle piattaforme con il rischio di multe pesanti per chi non rispetterà i paletti più rigidi di Bruxelles. Altro capitolo delicatissimo quello tributario: l’Ocse sta mettendo a punto un progetto «per tassare i colossi hi-tech nei Paesi dove formano il loro reddito e non in quelli dove le imposte sono più basse».